Blu, for e-guitar and string trio (2016) – 14′ – [op.27]

Schermata 2016-10-10 alle 20.05.12

Blu, for e-guitar and string trio
first performance: 22 October 2016, Tokyo Opera Hall, Tokyo, Japan
Commissionned by Norio Sato and Ensemble Nomad

Presentation

(English)

«Blu is the title of a new piece for electric guitar and string trio, commissioned by Norio Sato and the Ensemble Nomad of Tokyo. Such a title can mean many things. It is actually an Italian word that indicates a color; in English (blue) it again indicates a color but also a state of mind: sadness and melancholy. At the same time it can mean, again in English, sudden (out of the blue). In this case all the meanings are valid: the melancholy in the observation of things, but also the aspect of suddenness. In this piece I explore the idea of adjacent objects that take on sense, in particular the idea of object, which is not only linked to sound, but is also open, assuming a color in relation to its relative position in time. This mechanism well represents the inner states of experience and at the same time it objectivates them in another temporal experience; it is, for me, a work dealing with constructive memory, which mainly characterizes the observer, psychologically. The memory, taken in this sense, is solicited by the act of listening and at the same time the music becomes a metaphor for a procedure of the memory: in other words the time that is, and that is built. For me, it is like representing time through music and obviously doing so in a completely subjective manner. It’s a question of determining a complex sound object in which music expresses time and simultaneously becomes a metaphor of it, as an object in itself and an object as it is perceived. The piece develops the idea of coherence of temporality and is an attempt to construct a link between the large and the small so that the different parts become a whole. In composing such a piece the sound is the central element: It serves to compose a plan of an invisible inner state, and in this dimension the sound, for me, assumes its most important value. The instrumentation of the piece also requires specific solutions. In effect, there would be much to say about this particular instrumental grouping, partly, of course, because the repertoire is very small, and partly because such a relationship is singular and difficult to put into practice. The electric guitar deserves, in fact, a treatment of its own: purely semantic problems immediately arise, deriving from the sound of such an instrument. However, I’ve tried to follow a possible path, that of writing a mixed piece, in which the loudspeaker is activated and controlled by the guitar; in effect, such an instrument makes it possible to create extremely rich sonorities that  in my scheme blend with the trio. The choice I made was not to amplify the strings and to think of a single sonority that unites the trio with the guitar. This objective is left in the hands of the performers. Only they will know how to dose the volumes and sound qualities to be able to give the piece the desired unity».

 

(Italian)

Blu è il titolo di un nuovo brano per chitarra elettrica e trio d’archi, commissionato da Norio Sato e l’ensemble Nomad di Tokyo. Un tale titolo può significare cose molteplici. Si tratta in effetti di una parola italiana che indica un colore ; in inglese (blue) indica anch’esso un colore o uno stato d’animo : la tristezza e la malinconia. Contemporaneamente può significare, sempre in inglese, improvviso (out of the blue). In questo caso tutto ciò vale. Vale la sospensione malinconica dell’osservazione delle cose ; vale l’aspetto improvviso. In questo brano sviluppo l’idea di oggetti accostati che prendono senso, in particolare sviluppo l’idea di oggetto, che però non è solo sonoro, ma contemporaneamente aperto, che assume un colore in funzione di una posizione relativa nel tempo. Questo meccanismo rappresenta bene gli stati interni dell’esperienza e contemporaneamente li oggettiva in un’altra esperienza temporale ; si tratta per me di un lavoro sulla memoria costruttiva, che caratterizza principalmente, in maniera psicologica, l’osservatore. La memoria, intesa in questo senso, è sollecitata dall’ascolto; la musica si fa metafora di un procedimento della memoria : il tempo che è e che si costruisce. Equivale per me a rappresentare tramite la musica il tempo e, ovviamente, a farlo in una maniera completamente soggettiva. Si tratta di determinare un oggetto sonoro complesso in cui la musica esprime il tempo e contemporaneamente se ne fa metafora, in quanto oggetto a se stante e in quanto percepito. Il brano sviluppa un’idea di coerenza della temporalità e il tentativo di costruire un legame tra il piccolo e il grande per fare in modo che le diverse parti si facciano organismo. Per comporre un tale brano il suono è l’elemento centrale: mi serve per comporre un disegno di uno stato interiore invisibile, e in tale dimensione il suono, per me, assume il suo valore più importante.

L’effettivo del brano richiede poi delle soluzioni specifiche. In effetti, al riguardo di questo effettivo particolare, ci sarebbe molto da dire, un po’ perché, ovviamente, il repertorio è piccolissimo, e un po’ perché un tale rapporto è singolare e difficile da mettere in pratica. La chitarra elettrica meriterebbe, infatti, un trattamento a sé : dei problemi semplicemente semantici, che derivano dal suono di un tale strumento, si impongono da subito. Tuttavia ho cercato di percorrere una strada possibile, quella di scrivere un brano misto, in cui l’alto parlante sia attivato e controllato dalla chitarra ; un tale strumento permette in effetti di creare delle sonorità estremamente ricche che nell’idea si fonderanno con il trio. La scelta che ho operato è stata quella di non amplificare gli archi e di pensare una sonorità unica che unisca il trio con la chitarra. Questo obiettivo è lasciato nelle mani degli interpreti. Solo loro sapranno dosare i volumi e la qualità sonora per potere dare al brano l’unità voluta.

eric.maestri